Ma dal punto di vista nutrizionale come si posiziona la mozzarella di bufala?

Per anni demonizzata come formaggio troppo grasso per essere consumato “impunemente” in una dieta sana, è stata finalmente riabilitata. A pieno titolo diciamolo.

E’ sicuramente, come tutti i formaggi, ricca in lipidi e proteine, ma rispetto alle cugine di origine vaccina, ha altri nutrienti particolarmente preziosi: è un’ottima fonte di calcio, di fosforo e di vitamine A ed E. Importantissima anche la presenza di Niacina e Riboflavina, che insieme alla Vitamina A ed E, svolgono una funzione di protezione dell’organismo dai radicali liberi, che sono causa di invecchiamento, oltre a favorire il presentarsi di patologie come Alzheimer e morbo di Parkinson.

Parliamo anche di apporto calorico che è molto meno di quanto siamo portati a credere: 100 gr di mozzarella di bufala contengono 288 kcal.
Per dare dei parametri di confronto possiamo dire che il Parmigiano Reggiano nella stessa quantità contiene 451 Kcal ed è uno dei pochi formaggi ammessi di solito nelle diete.
100 gr di formaggio primo sale (di latte vaccino) considerato uno dei formaggi più leggeri, contengono 250 Kcal.

Ma la cosa che più stupisce i detrattori è il contenuto di colesterolo che è di 52mg/100 gr.
Per fare il solito confronto, la sogliola ne contiene 51 e le uova di gallina 436 milligrammi per 100 grammi di prodotto. Il Parmigiano Reggiano ne contiene 83 mg/100 g. Quindi anche in questo caso riabilitazione effettiva.

Da sfatare anche il mito che il consumo di mozzarella di bufala sia pericoloso per le donne in gravidanza; seguendo infatti le indicazioni del disciplinare, le temperature raggiunte dal latte durante le varie fasi della produzione sono sufficienti ad abbattere in modo significativo la carica batterica considerata pericolosa per mamma e feto.

Un alimento prezioso nella dieta di tutti i giorni, da consumare con moderazione, ma senza pensieri.